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Cooperare a scuola, diventando una vera squadra

31/10/2011

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Il mio terzo 'corsivo' di quest'anno vorrei dedicarlo ad un problema affiorato in questi primi mesi di scuola e di cui è già capitato di parlare con voi ragazzi/e e con i vostri genitori. Nell'articolo precedente avevo sottolineato l'importanza dell'interdisciplinarità nello studio, per evitare che esso diventi un'apprendimento meccanico e privo di senso ed utilità concreta.
Ebbene, se mettere insieme i tasselli del 'puzzle' delle varie conoscenze è importante e necessario, mi sembra altrettanto indispensabile che si superi l'individualismo e che si riesca finalmente a fare della scuola una formazione al lavoro di gruppo.
Attenzione: non basta lavorare 'in gruppo', sommando ricerche e contributi personali per sintetizzarli, ad esempio, in un cartellone o in un elaborato collettivo.
Ci vuole molto di più: un vero gioco di squadra, fondato sulla collaborazione effettiva, cioé sulla cooperazione non solo come metodo di lavoro, ma come stile di vita.
Lo so: sono concetti un po' difficili e spesso è la stessa scuola a darvi la spinta a competere piuttosto che a collaborare per uno scopo comune. I vostri stessi genitori, talvolta, puntano più sulla vostra affermazione personale che sulla vostra capacità di operare con i compagni/e come una vera squadra.
Io, insieme con gli altri insegnanti di classe, proveremo ad offrirvi alcune possibilità in più in questo senso. Le aule e gli arredi della scuola, a dire il vero, sembrano fatte apposta per scoraggiare il confronto e la cooperazione, ed anche il numero degli alunni/e per classe non ci aiuta sicuramente. Eppure sono certo che ce la faremo a
costruire dei percorsi di gruppo che vi abituino a discutere insieme, a decidere
collettivamente ed a cooperare per un progetto comune. Lo spirito di squadra non
può essere confinato solo all'ambito sportivo e, anche in questo caso, spesso
bisogna stare attenti che la competizione non rovini tutto...
Per quel che mi riguarda, mi aspetto da voi una maggiore attenzione al confronto in aula, più entusiasmo nel lavoro comune ed una reale solidarietà tra voi ragazzi/e. Essere compagni/e, in questo caso, è più importante che essere amici, perché l'amicizia è naturalmente selettiva ma la collaborazione va cercata con tutti.
Avrei piacere di sentire la vostra opinione su quanto vi ho scritto e, a tal fine, potete usare il modulo dei commenti, che segue questo stesso articolo.
Come i moschettieri d Dumas, allora, proviamo a far nostro il motto: "Tutti per uno! Uno per tutti!".   
(c) Ermete Ferraro -31.10.2011

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Diventare inter-disciplinati...

3/10/2011

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Ora che si ci siamo conosciuti un po', penso che il nostro  "viaggio" - iniziato circa tre settimane fa - stia diventando più chiaro. Mentre  io cerco di memorizzare i vostri volti e nomi, infatti, anche voi mi state  'studiando', cercando di capire ciò che mi aspetto da voi ed il mio metodo  d'insegnamento. Una delle caratteristiche, che certamente non vi è sfuggita, è  la sottolineatura da parte mia dell'importanza di un modo di apprendere che non  si fermi alla singola "materia", ma sappia collegare ciò che si studia in chiave"interdisciplinare".
Parlo, non a caso, di una "chiave", cioé di  qualcosa che ci aiuti ad entrare all'interno delle conoscenze scolastiche, anziché restare fuori della porta del sapere. Credo che sia importante fare prima di tutto lo sforzo di collegare in primo luogo quanto impariamo nelle varie discipline letterarie (italiano, storia, geografia, educaz. alla cittadinanza). Ma poi sarebbe bene collegare anche le conoscenze acquisite nelle  ore di Lettere con quelle che maturate nelle altre discipline, da quelle matematiche a quelle artistiche, dalle tecnologiche alle musicali. 
Come vi sarete accorti, io sto provando quasi ogni giorno a comporre questo "puzzle" di conoscenze, insieme con gli altri colleghi.  La scuola media, infatti, non ha il compito di farvi diventare letterati, artisti o  scienziati, ma solo di aiutarvi a ragionare su quanto imparate e a farvi delle  idee su ciò che vi circonda. Per arrivare a questo risultato, però, non bisogna tanto studiare molto, quanto studiare bene.  Lo studio non può essere solo un lavoro più o meno duro e pesante (a Napoli la chiameremmo una "fatìca"...) . Dovrebbe sempre essere una scoperta, uno strumento per aprirci la  mente e per risolvere problemi.
Molti di voi, cari ragazzi/e ,  sono già ben avviati su questa strada: hanno curiosità, interessi, dubbi, opinioni personali. Altri/e, forse, sono ancora legati allo studio come "compito  da svolgere" o come "cose da imparare", per cui cercano soddisfazioni più che  altro in quei "voti" che sono sì importanti, ma non bastano certo a cambiarvi la  vita...
Sono sicuro che, lavorando insieme, il vostro modo di  apprendere resterà personale (ognuno ha le proprie caratteristiche ed il proprio  stile...), ma diventerà più aperto e flessibile.
Solo così potrete collaborare  tra voi in attività di gruppo e, soprattutto, potrete arrivare all'esame di  licenza media con una visione più ampia e soddisfacente dello studio. Uno degli  aspetti fondamentali del nostro "viaggio" insieme sarà proprio questo e, senza  dubbio, io vi starò accanto perché vi porti lontano, diventando non solo bravi  scolari, ma anche buoni cittadini.
Auguri!  
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    ERMETE FERRARO (Napoli 1952), laureato in Lettere e diplomato in Servizio Sociale, è docente ordinario di materie letterarie nella scuola media. E' anche attivista ecopacifista, operatore sociale ed operatore pastorale. Ha scritto alcuni libri e vari articoli. (Web: www.ermeteferraro.it - blog.: http://ermeteferraro.wordpress.com

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