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I FANTAPROFESSORI - THE FAIRLY ODDTEACHERS

30/12/2011

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Avere dei ragazzini in casa, alla mia non tenera età, comporta anche doversi spesso sorbire delle trasmissioni televisive piuttosto particolari, come la serie di cartoni animati “Due Fantagenitori”.Le avventure degli stravaganti “Faily Odd Parents” del decenne Timmy Turner, infatti, rallegrano da parecchio tempo i nostri pranzi familiari, per cui sono ormai diventato quasi un esperto del “Fantamondo” e dei suoi incredibili abitanti. La loro interferenza con le vicende umane, peraltro, talvolta mi ricorda un po’ le leggende greche sulle divinità dell’Olimpo, ora protettrici ora minacciose verso i poveri mortali.
Un insegnante, d’altra parte, non può essere completamente ignaro del colorato e scoppiettante mondo dei “cartoons” ma, secondo me, conoscere i moderni miti televisivi dei ragazzi è un modo per esserne meno distanti e per capirne meglio i gusti e lo stesso linguaggio. Chi si occupa di letteratura, poi, ritengo che non dovrebbe ignorare quella cosiddetta “popolare”, di cui le moderne fiabe animate – con i loro stereotipi e la loro sottintesa filosofia – fanno sicuramente parte. Non va trascurato neppure, infine, il valore sociologico di storie che, per quanto strampalate e fantasiose, non fanno altro che rispecchiare l’assai poco fantastica realtà di oggi.
In un mondo in cui i veri genitori, quelli normali, stanno a poco a poco scomparendo – sostituiti maldestramente da videogiochi e babysitters- non c’è niente di strano se l’immaginario collettivo abbia
evocato proprio dei fantagenitori. Essi infatti, con la loro magica presenza, intervengono per supplire la preoccupante assenza – fisica o psicologica – di troppi padri e madri in carne ed ossa.
L’affascinante idea di poter magicamente rimpiazzare la realtà della propria famiglia – troppo spesso desolante o comunque poco attraente – con una coppia di fantastici esponenti di un mondo incantato non si spiega, però, solo con l’ovvia ed universale ricerca di una realtà più piacevole, rosea e fatata. Mi sembra che rispecchi anche l’ansiosa aspettativa di un rapporto meno conflittuale con la vita quotidiana di un ragazzino come Timmy, caratterizzata da genitori strambi e molto distratti, da prepotenti bulli come Francis, da perfide bambinaie come Vicky ed anche da insegnanti schizzati come Denzel Crocker, ma anche da compagni poveri o comunque ‘strani’ come Chester, Elmer o Sanjay. Un vissuto che ospita pure presenze piacevoli o desiderate, come la vezzosa Trixie, una ragazzina vanitosa e ricca che, però, tratta con disprezzo lui e i suoi amici.
Uno degli elementi caratteristici delle avventure di Timmy Turner, su cui è il caso di soffermarsi, è l’insospettabile presenza di “nemici” che lo circondano, rendendogli difficile la vita e facendo diventare
indispensabile il continuo intervento magico dei suoi due Fantagenitori. Timmy è letteralmente perseguitato da personaggi minacciosi o invadenti (Francis, Vicky, Dark Laser, Remy Buxaplenty, perfino la piccola Tootie) e questo dovrebbe forse farci riflettere sul fatto che l'esistenza di un bambino/a è spesso meno pacifica e serena di quanto solitamente si pensa. Una seconda considerazione è che l’aggressività dei ‘cattivi’ di questo cartone animato – in inglese i “villains” – ha quasi sempre origine nelle loro frustrazioni infantili (come nel caso del maniaco e feroce prof. Crocker o di Francis il bullo, col padre il carcere ed inutilmente innamorato di Britney oppure del ricchissimo ma sempre solo Remy Buxaplenty).
D’altra parte gli stessi Fantagenitori che subentrano al fianco di Timmy come fatati supplenti di quelli veri, ne rispecchiano un po’ le caratteristiche. Cosmo, svagato, tontolone, bugiardo e maldestro, assomiglia a Papà Turner. Wanda, intelligente attiva e  perspicace, sembra invece l’alter ego di Mamma Turner, dotata d’insospettabili risorse ma spesso troppo presa dai suoi impegni lavorativi.  La verità è che perfino il Fantamondo – proprio come l’Olimpo degli antichi Greci – non sembra immune da conflitti e problemi, si tratti dell’atteggiamento da boss e della rudezza militare del muscoloso Jorgen Van Strangle oppure dell’arroganza mafiosa del papà di Wanda, Big Daddy, un Fantapadrino molto irritabile e sgarbato, che si occupa di sospetti ed abusivi smaltimenti di spazzatura magica…
E’ interessante notare, a questo punto, che gran parte di queste tele-avventure  – come succede in altri più titolati e raffinati cartoni animati tipo “The Simpsons” – hanno come ambientazione il colorato, ma sempre conflittuale, mondo della scuola. Timmy frequenta la strana “elementary school” di Dimmsdale  (una città che ha per mascotte la capra Chompy ed un sindaco a vita), la cui preside è la sig.ra Waxelplax e la cui platea scolastica risulta molto variegata. Essa comprende infatti sia alunni modello come il geniale A.J. e ragazzini ricchi e viziati come Remy Buxaplenty e Trixie Tang, sia parecchi “sfigati”, come il maleodorante Chester Mac Badbat, il foruncoloso Bob Elmer o il pluriripetente Francis. Quest’ottuso e violento dodicenne, in effetti, risulta il punto intermedio fra “vincenti” e “perdenti” –
le categorie in cui gli americani amano dividere la comunità, compresa quella scolastica – dal momento che sfoga le sue frustrazioni facendo il bullo di professione e cerca così, con la sua prepotenza gratuita, di uscire in qualche modo dalla cerchia dei “loosers”.
Tale microcosmo educativo-didattico appare cupamente caratterizzato dal maniacale e severo atteggiamento del prof. Denzel Q. Crocker – perennemente ossessionato dalla presenza dei Fantagenitori di Timmy, che tenta invano di documentare –  ma anche dalla finta dolcezza della prof.ssa Sunshine, che sostituirà l’esaurito collega nel ruolo di supplente-cacciatrice di fate. Le stravaganti lezioni dello schizzato Crocker si concludono spesso con temibili verifiche scritte, a loro volta portatrici per
Timmy e compagni di una pioggia di “F”, la valutazione che in USA indica l’insufficienza totale. Insomma, l’immagine di una scuola dura quanto poco rasserenante e educativa, che si limita a rispecchiare le stridenti contraddizioni della società, contribuendo a perpetuare ed allargare la forbice
che divide i perdenti dai vincenti. I personaggi del Fantamondo, certo, intervengono continuamente per soccorrere Timmy e per esaudire i suoi desideri. Niente, però, riesce a modificare nella sostanza una realtà così poco piacevole e molte delle richieste di Timmy ai suoi Fantagenitori si riveleranno, fatalmente, un’arma a doppio taglio, ragion per cui dovranno essere poi precipitosamente ritrattate.
D’altra parte, gli stessi Cosmo e Wanda non possono accontentare il loro protetto più di quanto glielo conceda il loro inflessibile manuale, il librone delle“D.A. Rules”. Queste ferree regole prevedono infatti una serie di limitazioni alla libera espressione dei desideri. Ad esempio, non si può vincere una gioco o una gara barando, non si possono falsificare i soldi, non si possono uccidere o far ammalare  i propri nemici né si possono resuscitare i morti. Insomma, anche nel Fantamondo non è possibile realizzare tutto quello che si vuole e perfino lì esistono dei limiti ben precisi.  Questo vuol dire che, semmai a qualcuno venisse in mente d’inventarsi dei nuovi personaggi fatati – ad esempio dei Fantaprofessori –
dovrebbe comunque fare i conti con le “D.A. Rules”. Personalmente, mi chiedo in che modo i miei alunni/e potrebbe immaginarmi in queste vesti fantastiche. Certamente mi correbbero più compiacente e meno rigido nel rispettare le regole scolastiche. Forse un po’ più divertente e meno esigente rispetto allo studio. Sta di fatto che nessun Fanta-insegnante potrebbe mai venir meno al suo ruolo di educatore, anche se forse non sarebbe male che la scuola, nel suo insieme, diventasse meno formale e più vicina alla sensibilità ed ai desideri dei suoi alunni/e. Ma per questo occorrerebbe un Fantaministro dell’Educazione, che la smettesse finalmente di stivare le aule di studenti ed evitasse di provocare ai poveri docenti i danni di un progressivo esaurimento nervoso, dovuto ai continui provvedimenti, che rendono tutto instabile provvisorio e loro stessi sempre più precari.
Per quanto mi riguarda, sarei anche disponibile a sottopormi al magico “Poof!” della bacchetta magica di Cosmo e Wanda per diventare il Fantaprofessore che i miei alunni desiderano ma forse, prima,
sarebbe il caso di chiedere a loro quali cambiamenti avrebbero in mente. Non si sa mai….
 © 2011 Ermete Ferraro > http://ermeteferraro.wordpress.com

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Un primo bilancio trimestrale.

4/12/2011

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Probabilmente voi ragazzi/e non lo sapete neppure, ma una volta l'anno scolastico era diviso in tre trimestri e non in due quadrimestri, come succede adesso. Del resto, sia uffici sia aziende utilizzano di solito proprio il trimestre per fare il bilancio della loro attività e perciò anch'io vorrei fare lo stesso col lavoro che ho svolto con voi in questo periodo.
In effetti, insegno nella 2^ e 3^ G da meno di tre mesi, ma credo che sia comunque opportuno cominciare a chiederci che cosa va bene e che cosa, invece, va migliorato. Abbiamo già iniziato in seconda a guardarci in faccia - mediante uno scambio diretto chiamato 'circle time' - ed avrò questo confronto anche con voi di terza nei prossimi giorni. Lo so: è sempre difficile adattarsi ad un modo nuovo di studiare e sono consapevole che vi ci vuole ancora un po' di tempo. Però dobbiamo fare in modo che questo confronto - con voi e con i vostri genitori - porti dei risultati reali e positivi, migliorando la 'sintonia' tra me e voi ragazzi/e.
Uno dei problemi che sono già emersi è quello di una cerca caoticità con cui spesso tendete ad esprimervi durante le lezioni, sovrapponendovi con la voce, non ascoltandovi abbastanza l'uno con l'altro e, talvolta, manifestando una limitata tolleranza per le idee altrui. Sono aspetti che, a poco a poco, bisogna superare, se vogliamo coltivare un vero dialogo e riuscire a cooperare come un vero gruppo.  Un altro problema è quello della partecipazione attiva ad ogni lezione, evitando ogni forma di passività, distrazione o interesse limitato solo ai cosiddetti 'compiti'. L'esuberanza di alcuni, forse, può aver scoraggiato l'intervento di altri e, in ogni caso, resta di solito il timore di dire cose sbagliate o non appropriate. Eppure vi ho detto chiaramente come la penso in proposito. Intervenire nel corso della lezione è sempre un fatto positivo, anche se lo si fa solo per chiedere chiarimenti o esprimere dubbi. L'importante è farlo nel modo e nel momento giusto, mantenendo aperta la comunicazione con l'intera classe e non solo con l'insegnante.
Un altro aspetto sul quale lavorare ancora è l'interesse per alcune discipline, come la geografia, confinata all'ultimo posto dal sondaggio precedente. Proverò ad utilizzare qualche sussidio audiovisivo e a richiedere, se possibile, l'uso della lavagna interattiva (LIM) per rendere più vivace e diretta l'esperienza geografica. Allo stesso tempo, però, mi aspetto che ad una materia così importante dedichiate un po' più di tempo e di attenzione, migliorando soprattutto la vostra conoscenza dei concetti di base e della terminologia specifica.
Un altro punto delicato è il sito web scolastico. Il mio bilancio di questi tre mesi circa è del tutto positivo e i contatti registrati dimostrano un vostro interesse effettivo per gli argomenti trattati e per lo strumento in sé. E' arrivato però il momento di farlo diventare qualcosa di più condiviso, che veda anche voi ragazzi/e protagonisti della scelta degli articoli e, possibilmente, della loro stesura. Ecco perché ho deciso di farmi affiancare da un gruppo redazionale, formato da 3 alunni/e di seconda e altrettanti di terza, in modo da rendere il sito più vostro e meno una mia proposta dall'esterno. 
Ci sarebbbero tante altre cose da dire e su cui riflettere, ma preferisco chiudere qui e lasciare a ciascuno/a di voi lo spazio per esprimersi direttamente e per fare un bilancio personale e collettivo di questo trimestre. Vorrà dire che appenderemo all'albero di Natale quello che voi vi augurate per il prossimo periodo, cercando di realizzarlo insieme e nel modo migliore.   
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    ERMETE FERRARO (Napoli 1952), laureato in Lettere e diplomato in Servizio Sociale, è docente ordinario di materie letterarie nella scuola media. E' anche attivista ecopacifista, operatore sociale ed operatore pastorale. Ha scritto alcuni libri e vari articoli. (Web: www.ermeteferraro.it - blog.: http://ermeteferraro.wordpress.com

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