Eppure l'Italia democratica e repubblicana è nata allora e, anche se quel periodo non fa parte del vostro programma di storia, è forse il caso di fare una breve riflessione sul significato di parole come "democrazia", che il tempo e l'abitudine hanno ormai consumato e banalizzato.
Non a caso abbiamo iniziato a parlare della "cittadinanza" come qualcosa che riguarda anche voi, anche se in modo diverso dagli adulti, proprio perché la libertà e la responsabilità s'imparano fin da ragazzi, anche frequentando un ambiente collettivo come la scuola e ragionando un po' sul senso di queste parole.
Il razzismo, l'intolleranza, la violenza, il culto della guerra, le disuguaglianze e la mancanza di partecipazione - ci hanno sempre spiegato - erano le caratteristiche della dittatura dalla quale gli Italiani hanno saputo liberarsi 65 anni fa, dando vita alla nostra Repubblica "democratica, fondata sul lavoro". Eppure neanche a voi ragazzi sarà sfuggito che tutti quei mali non sono mai spariti del tutto.
Quello che spetta alla scuola è darvi la possibilità di sperimentare, in prima persona, i valori di libertà e di uguaglianza che sono il contrario del fascismo e di tutte le dittature che hanno impedito ai popoli di essere se stessi, terrorizzandoli con la violenza e la repressione militare.
La scuola, inoltre, ha il compito di aprire i vostri occhi sull'Europa e sul mondo intero, abituandovi a considerarvi non soltanto buoni cittadini del vostro Stato e della vostra città, ma anche persone sensibili ai problemi su scala mondiale ed informate su una realtà sempre più "globale" e collegata, a tutti i livelli.
Ecco perché auguro a voi ragazzi/e ed alle vostre famiglie di lavorare e vivere in una società dove siano cancellate davvero ingiustizie e sopraffazioni e dove ognuno possa sentirsi parte di una comunità di uguali nei diritti e nei doveri.